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Norte Am. 03/09/2015

EEUU: scienziati al lavoro per rendere le patate fritte piu’ salutari

Alcuni ricercatori dell’Università di Wisconsin-Madison, negli Stati Uniti, stanno lavorando per ridurre il danno potenziale generato da una sostanza chimica cancerogena, riscontrabile nelle patate fritte e in altri cibi.

Nel 2002, la sostanza chimica acrilammide, conosciuta da molto tempo come tossina industriale, è stata individuatain un numero considerevole di prodotti alimentari, seppure in basse quantità. Secondo le stime della Food and Drug Administration (FDA), patatine fritte e in sacchetto contribuiscono per il 38% dell’acrilammide nella dieta media. Cereali, biscotti, caffè e toast vi contribuiscono invece per il 25%.

Nel mese di giugno, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha dichiarato che l’acrilammide costituisce un problema per la salute umana (cfr. FreshPlaza del 05/06/2015), posizione condivisa anche dall’FDA.

L’industria delle patate sta dunque focalizzandosi sulla riduzione dei contenuti di acrilammide in maniera preventiva.

Tutti i cibi amidacei producono acrilammide se cucinati ad alte temperature. Le patate risultano essere tra le fonti principali perché sono consumate in grandi quantità, e spesso sono fritte. Negli Stati Uniti, nel 2013, sono stati venduti 9 milioni di tonnellate di patatine fritte surgelate.

Durante lo stoccaggio, le patate scompongono l’amido in zuccheri e, ad alte temperature (fritte o al forno), questi reagiscono con gli amminoacidi formando l’acrilammide. Questa è conosciuta come reazione di Maillard, ed è responsabile dell’imbrunimento dei cibi e dello sviluppo del sapore.

I ricercatori dell’UW-Madison e di tutto il paese stanno conducendo vari studi per scoprire come si possa diminuire la formazione di acrilammide pur mantenendo inalterati rese agricole e sapore del prodotto finale.

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